Articolo pubblicato su RavennaWebTV, il 22 Dicembre 2021.
Una scuola particolarmente attenta alle necessità dei giovani che, parallelamente allo studio, praticano discipline sportive ad alto livello: grazie ad una modalità didattica – quella dell’home schooling, prevista dalla legge, che prevede appositi esami di idoneità a fine anno scolastico – che stimola gli alunni a lavorare in classe ogni mattina, in maniera molto partecipata e soddisfacente, e permette loro di essere molto più liberi al pomeriggio per allenamenti, trasferte sportive o altre necessità legate alla disciplina praticata.
È quello che sta succedendo all’Accademia degli Studi di Ravenna, la scuola parentale bilingue che ha sede in viale Alberti 84.
Nella quindicina di studenti che frequentano l’Accademia, approcciandosi al medesimo programma previsto dalle scuole statali ma in modo completamente diverso, ci sono già due giovanissimi ravennati che stanno facendo parlare di sé nei rispettivi sport.
Si tratta di Matteo Masotti, che frequenta la seconda media, ed è una delle speranze nazionali nel “Target sprint”, una disciplina di tiro a segno di cui la Sezione Ravennate è certamente la squadra più forte a livello italiano. E proprio Matteo Masotti, nello scorso settembre, si è laureato campione italiano Allievi della disciplina, nelle finali nazionali svoltesi appunto a Ravenna.
Luca Maiorano, che frequenta invece la prima media, è una giovane speranza di una antica arte marziale di origine thailandese, che è anche disciplina olimpica, e che si sta diffondendo anche in Italia: la Thai Boxe, promossa a Ravenna dal Centurione Klan, di cui Maiorano è uno dei giovani più promettenti.
“L’atmosfera di grande armonia che si respira in classe e la nostra modalità didattica sono certamente le condizioni ideali per questi giovani atleti – sottolinea la direttrice dell’Accademia degli Studi, Elisa Guzzo -: per le loro famiglie è stato importante trovare una scuola che permetta ai ragazzi di trovare il giusto equilibrio fra l’apprendimento scolastico e la crescita sportiva, senza costringerli a sacrifici particolari o a dover mettere in secondo piano una delle due cose”.